In copertina opera di Alessandro Lenti
La copertina, con questi due protagonisti che voltano le spalle ai lettori, con andatura amichevolmente risoluta e paciosa, dà proprio l’idea del capovolgimento di fiabe antiche e dell’annuncio di sorprese.
Ad maiora, Anna Montella! (TARDeS) |
Se vi piacciono le bombe, questo è il libro adatto a voi.
Fiabe e dintorni. Recensione al libro “Ti amerò per sempre … come nelle fiabe” di Anna Montella. a cura di Teresa Anna Rita De Salvatore TARDeS ************************* Noto subito il linguaggio: denota una cultura perseguita con ferrea sistematicità e che si estende anche agli ambiti del mondo contemporaneo, quello della musica ad esempio. I termini e i riferimenti sono usati con la disinvoltura e l’apparente semplicità di chi ha sicura competenza. Questa caratteristica la si ritroverà costantemente. Un libro senza prefazioni e postfazioni, ma poi si scopre che l’autrice le fa brevemente, poetando. Molto gradevoli e originali. Delicatamente sfiziose. La prima, generale, “quando il mondo era bambino” è una delicatissima descrizione, in solo sei versi, di un mondo arcaico. Poi ancora, in “Ti racconto una fiaba”, l’autrice racconta la fiaba a una se stessa bambina che lieve si perde in lontananza, dopo aver capito che bisogna salvare la strega. |
Nel primo capitolo fiabe nuove di zecca.
Per prima, una bellissima filastrocca, il cui senso è la ricerca di un senso nel mondo umano che si accartoccia su se stesso.
In “Danzatori di sogni”, mantenendo distinti i ruoli dell’uomo e della donna senza timore delle “aperture” contemporanee, valorizza magnificamente i creatori di poesie e questo racconto, pur nella sua brevità, evidenzia chiaramente l’attenzione rigorosa a tutte le dimensioni culturali.
E poi ancora… chi osa dire che una principessa ha le fauci? Sarà un racconto horror? Nooooo…!
Il sole la luna, prigionieri del tempo-destino che separa gli amanti, ma rende la vita più varia, mentre le stelle continuano a tremolare.
Meravigliosa la fiaba dell’onda, in struggente poesia; in essa se così è così sia; il dio padrone del tuo mondo in esso ti terrà: dovrai imparare a essere felice nel tuo andare e rimanere.
E sui sogni, una meravigliosa invenzione fiabesca della loro nascita, di cui non anticipo nulla.
E infine tre frammenti di argento purissimo, un fiore dall’anima di cristallo, una stella incastonata in un cielo notturno.
A me pare che, in questa splendida parte –troppo breve o dai racconti troppo brevi- del libro, le stelle svolgano il ruolo del sogno purissimo e dell’impotenza totale, pur offrendo consolazione.
La seconda parte sbugiarda le fiabe, riproponendone il rifacimento in chiave assolutamente moderna. Si possono leggere con divertimento, apprezzando il filo d’ironia che le percorre e l’intento di farci togliere il vizio di catalogare persone, animali e cose attraverso etichette, spesso abusate.
E, in queste nuove fantasie, c’è anche la furia iconoclasta di una ragazzina che distrugge le bugie raccontate dagli adulti, e un’adulta che ne conserva una nostalgia rappacificata.
La conoscenza delle fiabe è talmente perfetta, talmente interiorizzata che mi fa capire che, da bimba, non solo le aveva lette, ma ci aveva viaggiato dentro.
Ed ecco che a pagina settantaquattro trovo un titolo: “Lei c’era stata…” E allora non ci si può aspettare altro che “Storie fantastiche”, in cui le incapacità, le illusioni, i tradimenti della vita si possono raccontare solo attraverso dolenti metafore, ma splendide per pietre preziose e soluzioni di misteri inaspettate eppure incerte.
E in tutto questo narrare ricorrono parole semplici, quasi bambine, inaspettate.
Un momento di riposo si ha quando la grande incertezza delle bugie fiabesche trova il suo aspetto rassicurante nelle antiche fiabe popolari, narrate a voce. In fondo, paurose e straordinarie che fossero, erano raccontate da persone rassicuranti e quindi, non potevano essere altro che invenzioni, per stare tutti insieme a spaventarsi e ridere.
La vena creativa dell’autrice è chiaramente sgorgata veloce e senza soste, tanto da far desiderare al lettore che ogni fiaba fosse lunga almeno il doppio.
Chi sa che l’autrice non ci pensi su.
La copertina, con questi due protagonisti che voltano le spalle ai lettori, con andatura amichevolmente risoluta e paciosa, dà proprio l’idea del capovolgimento di fiabe antiche e dell’annuncio di sorprese.
Ad maiora, Anna Montella!
Teresa Anna Rita De Salvatore TARDeS
Per prima, una bellissima filastrocca, il cui senso è la ricerca di un senso nel mondo umano che si accartoccia su se stesso.
In “Danzatori di sogni”, mantenendo distinti i ruoli dell’uomo e della donna senza timore delle “aperture” contemporanee, valorizza magnificamente i creatori di poesie e questo racconto, pur nella sua brevità, evidenzia chiaramente l’attenzione rigorosa a tutte le dimensioni culturali.
E poi ancora… chi osa dire che una principessa ha le fauci? Sarà un racconto horror? Nooooo…!
Il sole la luna, prigionieri del tempo-destino che separa gli amanti, ma rende la vita più varia, mentre le stelle continuano a tremolare.
Meravigliosa la fiaba dell’onda, in struggente poesia; in essa se così è così sia; il dio padrone del tuo mondo in esso ti terrà: dovrai imparare a essere felice nel tuo andare e rimanere.
E sui sogni, una meravigliosa invenzione fiabesca della loro nascita, di cui non anticipo nulla.
E infine tre frammenti di argento purissimo, un fiore dall’anima di cristallo, una stella incastonata in un cielo notturno.
A me pare che, in questa splendida parte –troppo breve o dai racconti troppo brevi- del libro, le stelle svolgano il ruolo del sogno purissimo e dell’impotenza totale, pur offrendo consolazione.
La seconda parte sbugiarda le fiabe, riproponendone il rifacimento in chiave assolutamente moderna. Si possono leggere con divertimento, apprezzando il filo d’ironia che le percorre e l’intento di farci togliere il vizio di catalogare persone, animali e cose attraverso etichette, spesso abusate.
E, in queste nuove fantasie, c’è anche la furia iconoclasta di una ragazzina che distrugge le bugie raccontate dagli adulti, e un’adulta che ne conserva una nostalgia rappacificata.
La conoscenza delle fiabe è talmente perfetta, talmente interiorizzata che mi fa capire che, da bimba, non solo le aveva lette, ma ci aveva viaggiato dentro.
Ed ecco che a pagina settantaquattro trovo un titolo: “Lei c’era stata…” E allora non ci si può aspettare altro che “Storie fantastiche”, in cui le incapacità, le illusioni, i tradimenti della vita si possono raccontare solo attraverso dolenti metafore, ma splendide per pietre preziose e soluzioni di misteri inaspettate eppure incerte.
E in tutto questo narrare ricorrono parole semplici, quasi bambine, inaspettate.
Un momento di riposo si ha quando la grande incertezza delle bugie fiabesche trova il suo aspetto rassicurante nelle antiche fiabe popolari, narrate a voce. In fondo, paurose e straordinarie che fossero, erano raccontate da persone rassicuranti e quindi, non potevano essere altro che invenzioni, per stare tutti insieme a spaventarsi e ridere.
La vena creativa dell’autrice è chiaramente sgorgata veloce e senza soste, tanto da far desiderare al lettore che ogni fiaba fosse lunga almeno il doppio.
Chi sa che l’autrice non ci pensi su.
La copertina, con questi due protagonisti che voltano le spalle ai lettori, con andatura amichevolmente risoluta e paciosa, dà proprio l’idea del capovolgimento di fiabe antiche e dell’annuncio di sorprese.
Ad maiora, Anna Montella!
Teresa Anna Rita De Salvatore TARDeS